domenica 5 luglio 2009

VIAGGIO NELL'EST: La Partenza

Alle nove e mezza di sera siamo ancora a casa perchè ovviamente ci siamo ridotti all'ultimo. Il bus parte alle dieci e mezza e ci tocca prendere un taxi per arrivare alla stazione degli autobus. Poco male, ci chiedono solo 10 lire.

Io, Ale e Jose ci prepariamo al nostro viaggio nell'est della turchia, una zona povera e dimenticata, popolata quasi totalmente da Curdi e qualcuno ci avverte che potrebbe essere pericoloso. Parteciperemo ad uno scambio culturale di una settimana, un 1.1 di Youth in Action (per i tecnici...), dopo di chè viaggeremo qualche altro giorno prima di ritornare a "casa Gaziantep".



Arrivati alla stazione andiamo alla banchina dove partirà l'autobus. Ci accorgiamo subito di essere osservati da tutti, non serve dire che siamo gli unici ragazzi con uno zaino in spalla ma siamo sicuramente anche gli unici stranieri in viaggio verso l'est, precisamente Mus, invece che in città più gettonate come Antalya o Istanbul.

Non passa molto che veniamo subito circondati di persone, questa situazione si ripeterà più e più volte durante il nostro viaggio. In ogni posto in cui arriviamo verremo sempre circondati da bambini e uomini di qualsiasi età. Di solitò avviene così: inizialmente rimangono a distanza ad osservarci, senza nessuna preoccupazione di poterci mettere in imbarazzo, poi uno di loro, il più spigliato che conosce qualche parola in inglese, si avvicina e ci chiede di dove siamo. A questo punto tutti quanti si avvicinano e iniziano a sorridere e ridere fra loro, intanto il primo e unico che parla inglese da fondo a tutte le sue conoscenze della lingua mentre gli altri provano a parlarci in turco ma non c'è nessuna posibilità di capirsi. Infine arrivano i bambini, a volte possono essere terribili, immagino che ci prendano in giro, attirano l'attenzione e ci chiedono come ci chiamiamo, l'unica frase che sanno in inglese. Capita spesso che molti di loro vogliono essere fotografati, e a loro volta ci fotografono con i loro cellulari. Insomma così accade sempre, ogni volta in maniera diversa ma bene o male l'iter è questo.



Quindi immaginateci a noi tre, prima di salire sull'autobus, circondati da loro che ci parlano, ci fotografano, e noi che cerchiamo di capirli, di spiccicare quelle poche parole di turco che sappiamo. Addirittura ci prendono i bagagli per potarli nel bagagliaio del pulman, nessun timore che volessero rubare qualcosa... qui in turchia sembra che i furti non esistano.

Ci sistemiamo nel pulman, trovando la posizione comoda dato che il viaggio durerà almeno 12 ore. Fortuanatamente i pulman turchi sono comodi e molto accoglienti, offrono sempre da bere e ogni tanto passano con dell'acqua di colonia da cospargersi sulle mani (parlerò in seguito dell'igiene in turchia..). Fuori dal finestrino non si vede nulla perchè è notte fonda, io e Alessia parliamo a lungo prima di addormentarci.



Ci svegliamo che il nostro pulman sta percorrendo una strada sterrata! Sembra proprio che fino ad ora queste strade, importanti perchè collegano grandi città, non siano mai state asfaltate!!

Iniziamo ad attraversare alcuni paesini e ci accorgiamo subito di come il paesaggio sia diverso dalla nostra "moderna" Gaziantep. Sembra proprio che la turchia, quella occidentale, quella di ankara e istanbul, sia sia dimenticata di questi paesini, delle strade e di chi ci abita. Eppure non sono tutti Turchi? I curdi, così come Ataturk volle imporre, sono turchi a tutti gli effetti... eppure sembrano tanto cittadini di serie B.



Avvolto in questi pensieri noto che il pulman si ferma, davanti a noi c'è un casello e soldati con i mitra in braccio che bloccano il passaggio. Non dico che sono spaventato, tuttavia sono un po' confuso. L'autista ci dice di preparare i documenti per il controllo. Nel pulman la gente non sembra per niente stupita, così capisco che questo posto di blocco è permanente e usuale, assomiglia alle nostre frontiere, però perchè in mezzo alla Turchia? non me lo spiego, ora la preoccupazione è un'altra: Alessia ha dimenticato tutti i documenti a Gaziantep!! L'unica cosa che ha con sè è il tesserino sanitario... Non abbiamo idea se riusciremo a pasare o meno, tuttavia i Turchi fino ad ora si son sempre dimostrati tolleranti e molto lontani dall'essere pignoli ma con i soldati non ci siamo mai confrontati! Saranno anche loro tolleranti?

Arriva il soldato, io do il mio passaporto, Alessia il suo tesserino sanitario, pensiamo che forse questi soldati non han mai visto documenti italiani e quindi non sappiano distinguere ne sapere cosa sia un teserino sanitario. Inoltre su questo tesserino c'è tutto l'indispensabile per farlo passare come un documento d'identià: il nome, un simbolo dello stato italiano e una bandiera europea. Questo basta al soldato che riconsegna subito il documento ad Alessia e va avanti, sembra molto più interessato ai documenti turchi, questi li tiene con se e scende a controllarli. Sembrà una barzeletta, ma il tesserino è bastato! e d'ora in poi funzionerà in tutti i posti di controllo che incontreremo durante i giorni seguenti (tanti!!).



Arriviamo a Mus, come al solito, appena scesi dall'autobus veniamo accerchiati da gente del posto. Arriva a prenderci l'organizzatore dello scambio culturale, assieme a Giulia, una ragazza italiana di Vicenza, arrivata il giorno prima per partecipare anche lei a questo scambio.



segue...











VIDEO BULANIK

Ecco un video che ho realizzato con fatica e senza troppo ragionamento, spero di farne migiori in seguito. In attesa che racconti del viaggio nel est poteteve vedervelo.



Le foto ai militari son state fatte di nascosto!



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domenica 21 giugno 2009

KURDISTAN

Attualmente mı trovo nell estremo est della turchıa per uno scambıo culturale. Un paesıno dımentıcato da Allah, povero e degradato, con mılıtarı e blındatı per le strade e bambını pıenı pıenı dı vıta che scorrazzano lıberı.

Ierı sıam statı ad una festa dı matrımonıo ed e' stata un esperıenza provante perche' ı bambını non cı hanno lascıato lıberı un momento!!!



Sono ın un ınternet cafe quındı non ho molto tempo. Tornero' a Gazaıntep ıl 29 gıugno e raccontero' tutto dı questa magnıfıca avventura.



Un bacıo a tuttı.

Andrea

giovedì 18 giugno 2009

AL PAESELLO

Queste sono un par di foto che ho fatto in un paesello turco. Ci siamo andati assieme a tutti quelli dell'associazione. Abbiamo mangiato un timballo di verdure cotte sul fuoco, sotto un cielo d'incanto e con una splendida compagnia.

L'APPARTAMENTO TURCO

In questi giorni ci siamo sistemati a casa. L'abbiam pulita e ordinata e ora la sento proprio mia. I miei conquilini sono: Alessia, che già vi ho presentato, 24 anni laureata a pieni voti in Scienze Politiche a Bologna e originaria di Foggia. Appasionata di teatro, può parlare francese, spagnolo e inglese senza troppi problemi. Condividiamo lo stesso spirito di adattamento e il gusto per i viaggi. E' interessata di politica e scalpita per voler fare e concludere qualcosa. E' lei che tiene a mente i nomi e gli appuntamenti di tutte le persone che stiam conoscendo. Jose Luis Garcia, 30 anni di Albacete (spagna). è un metallaro che appena è entrato in casa mi son spaventato... ma è la persona più buona del mondo, dicerto con lui accanto non avremo mai problemi di sicurezza. Non parla inglese, ma sta facendo progressi giorno dopo giorno. Cucina una tortilla que te cagas e ci sveglia la mattina quando nessuno si alzerebbe. Dimenticavo... è sposato!

INTERCULTURAL LEARNING MEETING

Purtroppo non rieco più ad aggiornare come un tempo... ormai mi sono ambientato e il tempo e la voglia per raccontare è sempre meno. Dal 11 al 15 giugno ho seguito un meeting sull'educazione all'interculturalità. Erano presenti giovani spagnoli, tedeschi e turchi più io e Alessia (che facevamo parte del gruppo turco). In totale una 15ina di persone.
L'incontro si è tenuto secondo i canoni dell'educazione non formale, ovvero uno stile di insegnamento basato su diretto rapporto e scambio di pensieri tra i partecipanti, nonchè la presenza di giochi per stimolare gli argomenti da trattare.

Il gruppo era bellissimo, tutte persone speciali che in questo mondo cercano di dire "siamo tutti uguali anche se diversi" e combattono contro razzismo e xenofobia.

La cosa che ha resto tuttavia ancor più speciale questo incontro era sicuramente la location: un hotel a 4 stelle in cui per 4 giorni ci hanno servito e riverito, colazione, pranzo e cena tutto coperto dai fondi europei!! e poi la sera nei migliori ristoranti... si è vero, forse non ce n'era bisogno di tutto questo lusso, ma dopotutto i soldi per i progetti vanno spesi tutti e dopotutto sempre meglio che spenderli per finanziare guerre o altro. Vabè: prometto che non lo farò più!

cmq avrei tante cose da dire su questo incontro,, ma non ho tempo. quindi posto giusto qualche foto e video!









lunedì 15 giugno 2009

Fase 0 . La genesi

Sicuramente saprete più di me quello che sta succedendo in Italia.

Anche se sono qui in Turchia non riesco a fegarmene e sono veramente spaventato dalla congiunzione di certi avvenimenti: PDL al governo, spostamento a destra dell'Europa... e in ultimo le ronde nere!



Stiamo attenti, nel nostro limbo atrofizzato e sedato dai messaggi vuoti che ci circondano rischiamo di non renderci conto di ciò che si sta muovendo nell'ombra .. e ormai si può dire alla luce del sole!



gurdatevi questo video:

VIDEO



Tutto ciò risulterebbe legale grazie al disegno di legge sulla sicurezza del governo Berlusconi (approvato dalla Camera lo scorso 14 maggio) che all'articolo 3 (commi 40-44) prevede il concorso di "associazioni di cittadini non armati" al presidio del territorio (le cosiddette ronde).

venerdì 12 giugno 2009

piccolo sommario

Ormai è passata più di una settimana dal mio arrivo a Gaziantep... tuttavia non riesco a trovare il tempo di raccontare con calma quel che i sta succedendo. Ora sono le 8.30 di mattina e sto per uscire. Io, Alessia e Jose Luis (il nostro nuovo conquilino espanolo!!) si va a seguire un meeting sull' "Intercultural Learning" che si tiene all'interno di un albergo a 4 stelle! è iniziato ieri e dura fino a dopodomani. Siamo serviti e riveriti: colazione, pranzo, cena tutto compreso! Cmq ecco un breve sommario di quel che succede qui. Argomenterò in seguito!

- Arrivo e accoglienza a Gaziantep. Conoscenza di tutti i ragazzi che bazzicano all'associazione..

- Cena e serata nella casa di campagna di Alì, un paesino turco di 100 abitanti.

- Cena con lasagne e toritilla nel nostro nuovo appartamento.

- Concerto presso l'hotel a cui ho preso parte....



Ovviamente come sempre succede in questi casi, nel momento in cui salgo sul palco e mi metto a cantare finisce la memoria della telecamera.... vabè!

Cmq ora vi saluto. Appena riuscirò vi darò maggior informazioni

sabato 6 giugno 2009

DOLMUS E CRITICHE AL SISTEMA DI CONTROLLO NEL MONDO MODERNO

I dolmus sono dei mini autobus, ce ne sono a migliaia, si può dire che siano di supporto al normale sistema di trasporti municipale. sicuramente funzionano in una maniera del tutto particolare. Per i dolmus non esistono fermate, tu li vedi passare, alzi la mano e loro di caricano. Stessa cosa per scendere, gridi all'autista di fermarsi e ti fa scendere. Seguono di solito le strade principali, ma non ci sono tragitti precisi. Costano 1 lira e 20 (60 cent) e di solito le persone sedute dietro passano i soldi a quelli davanti fino a raggiungere l'autista ma molte volte non si paga (Alessia, forse perchè donna, non l'han mai fatta pagare! la caricavano dentro e la salutavano dal finestrino...) Inoltre schizzano a velocità assurde e sono buffi da vedere.

Ecco questi pulmini mi hanno fatto pensare a tutte quelle volte che in Italia chiedi gentilmente al conducende di un bus di farti salire mentre è fermo ad un semaforo e quello ti dice di no o magari fa finta di non vederti. Oppure quelle volte che ti trovano senza biglietto e ti trattano come un ladro.





Sono dell'idea che ogniqualvolta si vuol fare un passo in più verso l'efficenza bisogna pagare un prezzo: l'inevitabile rigidità dello stile di vita. Io sono per l'elasticità, la convivialità e l'informalità, tutti elemeti in grado di far funzionare una società anche meglio che attraverso la razionalità. Ma purtroppo qui in occidente e anche oriente (prendete stati come Singapore!) si pensa che una corretta convivenza e gestione dei servizi si possa raggiungere solo attraverso il controllo. E la modernità non è altro che sistemi di controllo sempre maggiori. Controlli a volte invisibili e per i quali non servono più nemmeno propagande dato che sono ormai interiorizzati da noi cittadini moderni.

Tutto ciò ci porterà verso l'omologazione del pensiero (io ve lo dico....) e verso una società sempre più banale e scontata.

Come è bello invece potersi ancora stupire dell'originalità con cui alcune persone conducono la propria vita. E per originale intendo sia creatività ma anche autenticità!!



L'OSPITALITA' DEI TURCHI

I turchi sono persone speciali. Mai mi capitò di trovare un'ospitalità tanto sincera e profonda. Ciò che mi colpisce è la vicinanza che c'è tra le persone. Istanbul è una metropoli di oltre 20 milioni di abitanti eppure l'aria che si respira è quella di paese. E' intasata dal traffico, i traghetti vanno e vengono, i dolmus corrono per le strade sfiorando persone e alte velocità.Tutto ciò però immerso in una città ed una cultura umana. La gente si guarda negli occhi mentre cammina, ti attacca bottone alla fermata del tram e nessuno si spintona per salire sul traghetto.



Istanbul è una città positiva, che di fronte ai problemi non cerca soluzioni disumanizzanti (come avviene in occidente) così che può rimanere una polis ricca di identità, sentimenti, odori e persone con voglia di vivere.



Quante volte, camminando per strada, mi son sentito avvicinare da qualcuno. In questi casi scattava in me un allarme di difesa, che mi metteva sull'allerta sulle possibili cattive intenzioni dell'uomo, per poi invece scoprire che tale persona aveva semplicemente voglia di parlare e conscerti.

Qui in Turchia ho potuto apprezzare il sincero interesse che hanno nei confronti degli stranieri. Vogliono conoscere e sapere delle nostre abitudini, ma soprattutto vogliono contribuire nel dare una buona impressione del loro paese, attraverso l'ospitalità.



Per esempio sentite cosa ci è successo a Konia.

Io e Alessia siamo arrivati in questa città dopo un viaggio di 14 ore di treno nel cui avevamo preso una cuccetta. Treno molto comodo e pulito. Ad Istanbul ci avevano avvertito che Konia è famosa per essere molto conservatrice, pure sulla nostra Guida è scritto così, quindi eravamo preparati al peggio e andare in giro come una coppia appena sposata in viaggio di nozze. Ma ci rendiamo conto che non è affatto così! Le ragazze vanno in giro senza velo e non si sente nessuna atmosfera bigotta.

Comunque appena scesi dal treno si avvicina un uomo sulla sessantina. Io penso subito che sia un tassista e mi approccio in maniera prevenuta, invece scopriamo subito che è un semplice pensionato che vuole tenere in allenamento il suo inglese e a cui piace incontrare gente di altri paesi! Così ci fa da cicerone per tutta la giornata!

Sabri per prima cosa ci porta nel negozio di tappeti di alcuni amici dove possiamo lasciare tutti i nostri bagagli. Ci offre del te e ci racconta un po' di lui ma soprattutto vuole conoscere molto di noi. Poi usciamo e andiamo a vedere il museo di Mevlana (il fontatore dell'ordine dei Sufi, una corrente dell'islam molto mistica basata sulla danza) e alcune moschee. A pranzo ci insegna a giocare a Backgamon. Infine ci porta a trovare dei suoi amici, come se volesse darci uno scorcio della sua vita quotidiana. La prima tappa è la redazione di un nuovo giornale il "Konia Times", conosciamo chi ci lavora e auguriamo buona fortuna per la prima uscita nelle edicole prevista in pochi giorni. La seconda tappa è invece un agenzia immobiliare.

Nel pomeriggio, salutato Sabri, ci stendiamo nel parco e subito arrivano dei ragazzini ad invitarci a giocare a pallone. Tutti quanti sorridenti e incuriositi da noi.



Come dire... una cosa del genere non succederebbe mai in Italia. Avete mai visto un pensionato che si mette a fare gratutitamente da cicerone nella sua città?? Nel nostro paese sembra che non si faccia mai nulla per nulla, e soprattutto, abbiamo paura l'uni degli altri. Paura che ci possano derubare, paura che qualcuno ci ammazzi, paura di dovere dare soldi a chi ci fa un favore.. insomma, una vita tremendamente squallida direi.. e tutto questo da cosa deriva? ma.. ce ne sarebbe da discutere! a Voi le riflessioni e qualche foto di Konia:



Il museo di Mevlana




Io e Alessia nella sede del Konia Times. Sulla destra Sabri!



Alessia e un ragazzo di Konia