domenica 5 luglio 2009

VIAGGIO NELL'EST: La Partenza

Alle nove e mezza di sera siamo ancora a casa perchè ovviamente ci siamo ridotti all'ultimo. Il bus parte alle dieci e mezza e ci tocca prendere un taxi per arrivare alla stazione degli autobus. Poco male, ci chiedono solo 10 lire.

Io, Ale e Jose ci prepariamo al nostro viaggio nell'est della turchia, una zona povera e dimenticata, popolata quasi totalmente da Curdi e qualcuno ci avverte che potrebbe essere pericoloso. Parteciperemo ad uno scambio culturale di una settimana, un 1.1 di Youth in Action (per i tecnici...), dopo di chè viaggeremo qualche altro giorno prima di ritornare a "casa Gaziantep".



Arrivati alla stazione andiamo alla banchina dove partirà l'autobus. Ci accorgiamo subito di essere osservati da tutti, non serve dire che siamo gli unici ragazzi con uno zaino in spalla ma siamo sicuramente anche gli unici stranieri in viaggio verso l'est, precisamente Mus, invece che in città più gettonate come Antalya o Istanbul.

Non passa molto che veniamo subito circondati di persone, questa situazione si ripeterà più e più volte durante il nostro viaggio. In ogni posto in cui arriviamo verremo sempre circondati da bambini e uomini di qualsiasi età. Di solitò avviene così: inizialmente rimangono a distanza ad osservarci, senza nessuna preoccupazione di poterci mettere in imbarazzo, poi uno di loro, il più spigliato che conosce qualche parola in inglese, si avvicina e ci chiede di dove siamo. A questo punto tutti quanti si avvicinano e iniziano a sorridere e ridere fra loro, intanto il primo e unico che parla inglese da fondo a tutte le sue conoscenze della lingua mentre gli altri provano a parlarci in turco ma non c'è nessuna posibilità di capirsi. Infine arrivano i bambini, a volte possono essere terribili, immagino che ci prendano in giro, attirano l'attenzione e ci chiedono come ci chiamiamo, l'unica frase che sanno in inglese. Capita spesso che molti di loro vogliono essere fotografati, e a loro volta ci fotografono con i loro cellulari. Insomma così accade sempre, ogni volta in maniera diversa ma bene o male l'iter è questo.



Quindi immaginateci a noi tre, prima di salire sull'autobus, circondati da loro che ci parlano, ci fotografano, e noi che cerchiamo di capirli, di spiccicare quelle poche parole di turco che sappiamo. Addirittura ci prendono i bagagli per potarli nel bagagliaio del pulman, nessun timore che volessero rubare qualcosa... qui in turchia sembra che i furti non esistano.

Ci sistemiamo nel pulman, trovando la posizione comoda dato che il viaggio durerà almeno 12 ore. Fortuanatamente i pulman turchi sono comodi e molto accoglienti, offrono sempre da bere e ogni tanto passano con dell'acqua di colonia da cospargersi sulle mani (parlerò in seguito dell'igiene in turchia..). Fuori dal finestrino non si vede nulla perchè è notte fonda, io e Alessia parliamo a lungo prima di addormentarci.



Ci svegliamo che il nostro pulman sta percorrendo una strada sterrata! Sembra proprio che fino ad ora queste strade, importanti perchè collegano grandi città, non siano mai state asfaltate!!

Iniziamo ad attraversare alcuni paesini e ci accorgiamo subito di come il paesaggio sia diverso dalla nostra "moderna" Gaziantep. Sembra proprio che la turchia, quella occidentale, quella di ankara e istanbul, sia sia dimenticata di questi paesini, delle strade e di chi ci abita. Eppure non sono tutti Turchi? I curdi, così come Ataturk volle imporre, sono turchi a tutti gli effetti... eppure sembrano tanto cittadini di serie B.



Avvolto in questi pensieri noto che il pulman si ferma, davanti a noi c'è un casello e soldati con i mitra in braccio che bloccano il passaggio. Non dico che sono spaventato, tuttavia sono un po' confuso. L'autista ci dice di preparare i documenti per il controllo. Nel pulman la gente non sembra per niente stupita, così capisco che questo posto di blocco è permanente e usuale, assomiglia alle nostre frontiere, però perchè in mezzo alla Turchia? non me lo spiego, ora la preoccupazione è un'altra: Alessia ha dimenticato tutti i documenti a Gaziantep!! L'unica cosa che ha con sè è il tesserino sanitario... Non abbiamo idea se riusciremo a pasare o meno, tuttavia i Turchi fino ad ora si son sempre dimostrati tolleranti e molto lontani dall'essere pignoli ma con i soldati non ci siamo mai confrontati! Saranno anche loro tolleranti?

Arriva il soldato, io do il mio passaporto, Alessia il suo tesserino sanitario, pensiamo che forse questi soldati non han mai visto documenti italiani e quindi non sappiano distinguere ne sapere cosa sia un teserino sanitario. Inoltre su questo tesserino c'è tutto l'indispensabile per farlo passare come un documento d'identià: il nome, un simbolo dello stato italiano e una bandiera europea. Questo basta al soldato che riconsegna subito il documento ad Alessia e va avanti, sembra molto più interessato ai documenti turchi, questi li tiene con se e scende a controllarli. Sembrà una barzeletta, ma il tesserino è bastato! e d'ora in poi funzionerà in tutti i posti di controllo che incontreremo durante i giorni seguenti (tanti!!).



Arriviamo a Mus, come al solito, appena scesi dall'autobus veniamo accerchiati da gente del posto. Arriva a prenderci l'organizzatore dello scambio culturale, assieme a Giulia, una ragazza italiana di Vicenza, arrivata il giorno prima per partecipare anche lei a questo scambio.



segue...











VIDEO BULANIK

Ecco un video che ho realizzato con fatica e senza troppo ragionamento, spero di farne migiori in seguito. In attesa che racconti del viaggio nel est poteteve vedervelo.



Le foto ai militari son state fatte di nascosto!



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domenica 21 giugno 2009

KURDISTAN

Attualmente mı trovo nell estremo est della turchıa per uno scambıo culturale. Un paesıno dımentıcato da Allah, povero e degradato, con mılıtarı e blındatı per le strade e bambını pıenı pıenı dı vıta che scorrazzano lıberı.

Ierı sıam statı ad una festa dı matrımonıo ed e' stata un esperıenza provante perche' ı bambını non cı hanno lascıato lıberı un momento!!!



Sono ın un ınternet cafe quındı non ho molto tempo. Tornero' a Gazaıntep ıl 29 gıugno e raccontero' tutto dı questa magnıfıca avventura.



Un bacıo a tuttı.

Andrea

giovedì 18 giugno 2009

AL PAESELLO

Queste sono un par di foto che ho fatto in un paesello turco. Ci siamo andati assieme a tutti quelli dell'associazione. Abbiamo mangiato un timballo di verdure cotte sul fuoco, sotto un cielo d'incanto e con una splendida compagnia.

L'APPARTAMENTO TURCO

In questi giorni ci siamo sistemati a casa. L'abbiam pulita e ordinata e ora la sento proprio mia. I miei conquilini sono: Alessia, che già vi ho presentato, 24 anni laureata a pieni voti in Scienze Politiche a Bologna e originaria di Foggia. Appasionata di teatro, può parlare francese, spagnolo e inglese senza troppi problemi. Condividiamo lo stesso spirito di adattamento e il gusto per i viaggi. E' interessata di politica e scalpita per voler fare e concludere qualcosa. E' lei che tiene a mente i nomi e gli appuntamenti di tutte le persone che stiam conoscendo. Jose Luis Garcia, 30 anni di Albacete (spagna). è un metallaro che appena è entrato in casa mi son spaventato... ma è la persona più buona del mondo, dicerto con lui accanto non avremo mai problemi di sicurezza. Non parla inglese, ma sta facendo progressi giorno dopo giorno. Cucina una tortilla que te cagas e ci sveglia la mattina quando nessuno si alzerebbe. Dimenticavo... è sposato!

INTERCULTURAL LEARNING MEETING

Purtroppo non rieco più ad aggiornare come un tempo... ormai mi sono ambientato e il tempo e la voglia per raccontare è sempre meno. Dal 11 al 15 giugno ho seguito un meeting sull'educazione all'interculturalità. Erano presenti giovani spagnoli, tedeschi e turchi più io e Alessia (che facevamo parte del gruppo turco). In totale una 15ina di persone.
L'incontro si è tenuto secondo i canoni dell'educazione non formale, ovvero uno stile di insegnamento basato su diretto rapporto e scambio di pensieri tra i partecipanti, nonchè la presenza di giochi per stimolare gli argomenti da trattare.

Il gruppo era bellissimo, tutte persone speciali che in questo mondo cercano di dire "siamo tutti uguali anche se diversi" e combattono contro razzismo e xenofobia.

La cosa che ha resto tuttavia ancor più speciale questo incontro era sicuramente la location: un hotel a 4 stelle in cui per 4 giorni ci hanno servito e riverito, colazione, pranzo e cena tutto coperto dai fondi europei!! e poi la sera nei migliori ristoranti... si è vero, forse non ce n'era bisogno di tutto questo lusso, ma dopotutto i soldi per i progetti vanno spesi tutti e dopotutto sempre meglio che spenderli per finanziare guerre o altro. Vabè: prometto che non lo farò più!

cmq avrei tante cose da dire su questo incontro,, ma non ho tempo. quindi posto giusto qualche foto e video!









lunedì 15 giugno 2009

Fase 0 . La genesi

Sicuramente saprete più di me quello che sta succedendo in Italia.

Anche se sono qui in Turchia non riesco a fegarmene e sono veramente spaventato dalla congiunzione di certi avvenimenti: PDL al governo, spostamento a destra dell'Europa... e in ultimo le ronde nere!



Stiamo attenti, nel nostro limbo atrofizzato e sedato dai messaggi vuoti che ci circondano rischiamo di non renderci conto di ciò che si sta muovendo nell'ombra .. e ormai si può dire alla luce del sole!



gurdatevi questo video:

VIDEO



Tutto ciò risulterebbe legale grazie al disegno di legge sulla sicurezza del governo Berlusconi (approvato dalla Camera lo scorso 14 maggio) che all'articolo 3 (commi 40-44) prevede il concorso di "associazioni di cittadini non armati" al presidio del territorio (le cosiddette ronde).

venerdì 12 giugno 2009

piccolo sommario

Ormai è passata più di una settimana dal mio arrivo a Gaziantep... tuttavia non riesco a trovare il tempo di raccontare con calma quel che i sta succedendo. Ora sono le 8.30 di mattina e sto per uscire. Io, Alessia e Jose Luis (il nostro nuovo conquilino espanolo!!) si va a seguire un meeting sull' "Intercultural Learning" che si tiene all'interno di un albergo a 4 stelle! è iniziato ieri e dura fino a dopodomani. Siamo serviti e riveriti: colazione, pranzo, cena tutto compreso! Cmq ecco un breve sommario di quel che succede qui. Argomenterò in seguito!

- Arrivo e accoglienza a Gaziantep. Conoscenza di tutti i ragazzi che bazzicano all'associazione..

- Cena e serata nella casa di campagna di Alì, un paesino turco di 100 abitanti.

- Cena con lasagne e toritilla nel nostro nuovo appartamento.

- Concerto presso l'hotel a cui ho preso parte....



Ovviamente come sempre succede in questi casi, nel momento in cui salgo sul palco e mi metto a cantare finisce la memoria della telecamera.... vabè!

Cmq ora vi saluto. Appena riuscirò vi darò maggior informazioni

sabato 6 giugno 2009

DOLMUS E CRITICHE AL SISTEMA DI CONTROLLO NEL MONDO MODERNO

I dolmus sono dei mini autobus, ce ne sono a migliaia, si può dire che siano di supporto al normale sistema di trasporti municipale. sicuramente funzionano in una maniera del tutto particolare. Per i dolmus non esistono fermate, tu li vedi passare, alzi la mano e loro di caricano. Stessa cosa per scendere, gridi all'autista di fermarsi e ti fa scendere. Seguono di solito le strade principali, ma non ci sono tragitti precisi. Costano 1 lira e 20 (60 cent) e di solito le persone sedute dietro passano i soldi a quelli davanti fino a raggiungere l'autista ma molte volte non si paga (Alessia, forse perchè donna, non l'han mai fatta pagare! la caricavano dentro e la salutavano dal finestrino...) Inoltre schizzano a velocità assurde e sono buffi da vedere.

Ecco questi pulmini mi hanno fatto pensare a tutte quelle volte che in Italia chiedi gentilmente al conducende di un bus di farti salire mentre è fermo ad un semaforo e quello ti dice di no o magari fa finta di non vederti. Oppure quelle volte che ti trovano senza biglietto e ti trattano come un ladro.





Sono dell'idea che ogniqualvolta si vuol fare un passo in più verso l'efficenza bisogna pagare un prezzo: l'inevitabile rigidità dello stile di vita. Io sono per l'elasticità, la convivialità e l'informalità, tutti elemeti in grado di far funzionare una società anche meglio che attraverso la razionalità. Ma purtroppo qui in occidente e anche oriente (prendete stati come Singapore!) si pensa che una corretta convivenza e gestione dei servizi si possa raggiungere solo attraverso il controllo. E la modernità non è altro che sistemi di controllo sempre maggiori. Controlli a volte invisibili e per i quali non servono più nemmeno propagande dato che sono ormai interiorizzati da noi cittadini moderni.

Tutto ciò ci porterà verso l'omologazione del pensiero (io ve lo dico....) e verso una società sempre più banale e scontata.

Come è bello invece potersi ancora stupire dell'originalità con cui alcune persone conducono la propria vita. E per originale intendo sia creatività ma anche autenticità!!



L'OSPITALITA' DEI TURCHI

I turchi sono persone speciali. Mai mi capitò di trovare un'ospitalità tanto sincera e profonda. Ciò che mi colpisce è la vicinanza che c'è tra le persone. Istanbul è una metropoli di oltre 20 milioni di abitanti eppure l'aria che si respira è quella di paese. E' intasata dal traffico, i traghetti vanno e vengono, i dolmus corrono per le strade sfiorando persone e alte velocità.Tutto ciò però immerso in una città ed una cultura umana. La gente si guarda negli occhi mentre cammina, ti attacca bottone alla fermata del tram e nessuno si spintona per salire sul traghetto.



Istanbul è una città positiva, che di fronte ai problemi non cerca soluzioni disumanizzanti (come avviene in occidente) così che può rimanere una polis ricca di identità, sentimenti, odori e persone con voglia di vivere.



Quante volte, camminando per strada, mi son sentito avvicinare da qualcuno. In questi casi scattava in me un allarme di difesa, che mi metteva sull'allerta sulle possibili cattive intenzioni dell'uomo, per poi invece scoprire che tale persona aveva semplicemente voglia di parlare e conscerti.

Qui in Turchia ho potuto apprezzare il sincero interesse che hanno nei confronti degli stranieri. Vogliono conoscere e sapere delle nostre abitudini, ma soprattutto vogliono contribuire nel dare una buona impressione del loro paese, attraverso l'ospitalità.



Per esempio sentite cosa ci è successo a Konia.

Io e Alessia siamo arrivati in questa città dopo un viaggio di 14 ore di treno nel cui avevamo preso una cuccetta. Treno molto comodo e pulito. Ad Istanbul ci avevano avvertito che Konia è famosa per essere molto conservatrice, pure sulla nostra Guida è scritto così, quindi eravamo preparati al peggio e andare in giro come una coppia appena sposata in viaggio di nozze. Ma ci rendiamo conto che non è affatto così! Le ragazze vanno in giro senza velo e non si sente nessuna atmosfera bigotta.

Comunque appena scesi dal treno si avvicina un uomo sulla sessantina. Io penso subito che sia un tassista e mi approccio in maniera prevenuta, invece scopriamo subito che è un semplice pensionato che vuole tenere in allenamento il suo inglese e a cui piace incontrare gente di altri paesi! Così ci fa da cicerone per tutta la giornata!

Sabri per prima cosa ci porta nel negozio di tappeti di alcuni amici dove possiamo lasciare tutti i nostri bagagli. Ci offre del te e ci racconta un po' di lui ma soprattutto vuole conoscere molto di noi. Poi usciamo e andiamo a vedere il museo di Mevlana (il fontatore dell'ordine dei Sufi, una corrente dell'islam molto mistica basata sulla danza) e alcune moschee. A pranzo ci insegna a giocare a Backgamon. Infine ci porta a trovare dei suoi amici, come se volesse darci uno scorcio della sua vita quotidiana. La prima tappa è la redazione di un nuovo giornale il "Konia Times", conosciamo chi ci lavora e auguriamo buona fortuna per la prima uscita nelle edicole prevista in pochi giorni. La seconda tappa è invece un agenzia immobiliare.

Nel pomeriggio, salutato Sabri, ci stendiamo nel parco e subito arrivano dei ragazzini ad invitarci a giocare a pallone. Tutti quanti sorridenti e incuriositi da noi.



Come dire... una cosa del genere non succederebbe mai in Italia. Avete mai visto un pensionato che si mette a fare gratutitamente da cicerone nella sua città?? Nel nostro paese sembra che non si faccia mai nulla per nulla, e soprattutto, abbiamo paura l'uni degli altri. Paura che ci possano derubare, paura che qualcuno ci ammazzi, paura di dovere dare soldi a chi ci fa un favore.. insomma, una vita tremendamente squallida direi.. e tutto questo da cosa deriva? ma.. ce ne sarebbe da discutere! a Voi le riflessioni e qualche foto di Konia:



Il museo di Mevlana




Io e Alessia nella sede del Konia Times. Sulla destra Sabri!



Alessia e un ragazzo di Konia



giovedì 4 giugno 2009

ISTANBUL (1).

Mi scaricano dal pulmino e non ho la minima idea di dove possa trovarmi, ne tanto meno dove debba andare. Sono le sette di mattina, in giro non c'è quasi nessuno. La strada davanti a me non ricalca molto l'idea che avevo in testa riguardo a come potessero essere le strade qui ad Istanbul. E' tutto piuttosto grigio.

Quel che importa è che sono arrivato. Eccomi in Turchia! Ma sono senza una Lira (nel vero senso della parola dato che qui la moneta locale è la lira...) e senza una lira non si va da nessuna parte, nemmeno ad Istanbul. Prelevo.

Consulto la mappa della Lonely Planet e decido di seguire fino in fondo la strada su cui mi trovo arrivando a Sultanahmet che secondo i miei calcoli dovrebbe essere il centro. Vengo da un viaggio in pulman di nove ore da Sofia, i sedili erano comodissimi ma forse per l'emozione non ero riuscito a dormire se non un'ora. Continuavo a leggere la guida sulla Turchia, la sua storia, la sua cultura perchè questo paese lo voglio proprio scoprire nella maniera più completa!



Arrivo in una piazza piena di panche di legno. Da una parte vi è l'imponente Moschea Blu e dall'altro, dopo un parchetto con una fonatana, Santa Sofia (Moschea trasformata in museo). Faccio subito amicizia con un venditore di zimit una sorta di ciambella salata con sesamo, poi arriva un signore che mi racconta dei suoi viaggi, sopratutto quello da berlino fino in Russia orientale, del quale ha scritto anche un libro. Io gli racconto che vengo da Venezia in treno e che scrivo su un blog. Lui però mi batte in quanto a lingue, ne sa almeno sei! mentre io... lassamo perde.

Arriva poi Bayram, uno spazzino giovane che si interessa subito a me e ci mettiamo a parlare anche se lui conosce ben poche parole d'inglese, ma la lingua non è mai una barriera insuperabile quando si è decisi a conoscersi. Lui mi insegna le prime parole di turco e io mi sento accolto come mai mi è successo durante i miei viaggi.

Intanto mando un messaggio ad Alessia, dicendole dove mi trovo ma sicome è ancora molto presto dovrò aspettare un bel po' prima di ricevere una risposta. Ma aspettare non è problema, il posto è splendido e continuo a consocere gente! I turchi hanno proprio una speciale predilezione per gli stranieri, si vede che hanno un sincero interesse nel sapere da dove vieni e farti sentire a tuo agio e accolto. Arrivano infatti dei ragazzini delle superiore che mi accerchiano e iniziano a farmi domande. Mi intervistano con una telecamere facendomi domande in inglese per un compito di scuola. Dopotutto è già la seconda volta in questo viaggio che vengo intervistato da qualcuno, inizio a farmici l'abitudine! Infine un gruppo di bambini scout in gita iniziano a passare tra tutti quanti offrendo da mangiare prodotti locali e io mi faccio una scorpacciata riempiendomi e sfamandomi tanto che devo rifiutare molte delle loro offerte.

Mi sento in un luogo paradossale, mai le persone sembrano essere tanto vicine e pacifiche come in questo posto e il tutto condito da uno splendido sole e un panorama mozzafiato.



Arriva Alessia e mi trova immerso in questa sorta di festa di benvenuto. ci abbracciamo e ci raccontiamo dei nostri viaggi. Lei è arrivata il giorno prima con l'aereo da Bari. Dorme da degli amici nella parte asiatica, anche lei servita e riverita. Rimaniamo un po' a parlare con Bayram, poi arriva un altro ragazzo che ci invita a prendere un tè sulla terrazza del negozio di tappeti di suo zio.

Il negozio è enorme e molto lussuoso, ma il pezzo forte è decisamente la terraza. Da qui abbiamo una vista completa della moschea blu da una parte e il Bosforo dall'altra!! Ci servono del tè portato da un ragazzotto che sebra svolgere solo questa mansione, la cosa un po mi imbarazza ma queste sono le loro usanze. Il nostro ospite è decisamente interessato ad Alessia ed è un po' troppo invadente anche se mantiene la compostezza di un uomo islamico. Al momento della foto cerca chiaramente di palpare ma in maniera totalmente innoqua e noi lasciamo correre...

Dopo circa un'ora e numerosi tè, salutiamo e ringraziamo. Andiamo a incontrare Marika, una ragazza italiana che a svolto il Leonardo a Gaziantep prima di noi e ora è di ritorno in Italia ma si è fermata qualche settimana a Istanbul. L'appuntamento è nella parte asiatica, per arrivarci bisogna attraversare il Bosforo in traghetto. Una ventina di minuti e dall'europa arrivi in Asia. Impressionante, non ti ci abituerai mai. Per gli abitanti di Istanbul è una cosa normale come prendere la metro da cadorna a san babila, ma che differenza!



Il boforo è una giostra di traghetti, barche, navi e gabbiani che vanno da una parte all'altra muovendo persone, auto e culture... è impossibile pensare a quanto debba essere inquinato questo fazzoletto d'acqua, ma dopotutto che si può fare? Tutto funziona, la gente salta al volo sui traghetti senza nemmeno aspettare che siano del tutto approdati, lungo le banchina ci sono venditori di Kepap di carne e di pesce, e sopratutto venditori di cozze ripiene di riso, eccezzionali!! E' tutto molto caotico, ma una caoticità umana, niente a che vedere con quella di milano o roma in cui le persone si spintonano e si guardano con sospetto. Inizio veramente ad amare questa città!



La sera mi troverò un ostello a Sultanahmet, 10 euro a notte con colazione. Dal mio letto senza dovermi spostare vedrò la grandezza di Santa Sofia, la luna ... e fuochi d'artificio! mi sento in un sogno e mi addormento presto, subito dopo il richiamo alla preghiera che si diffonde da tutti i minareti (un bordello della madonna!!).



le foto:



La foto del mio arrivo!





Il mio primo contatto con i turchi è stato questo personaggio...





Il mitico Bayram. anch'io vorrei fare lo spazzino in un posto del genere..





I bambini





I ragazzi del liceo





Bayram, Io, Alessia e il tizio che se la vuole marpionare..





La vista dalla terrazza





Venditori di cozze. Squisite.





Il Bosforo





La vista dal mio letto...



lunedì 1 giugno 2009

IN LUNA DI MIELE PER LA TURCHIA...

Sono a Istanbul da ormai 5 gıorni... e' difficile andarsene da una citta' cosi meravıgliosa. Ma oggi partiro'. Destione Gaziantep. Io e Alessia (la mia compagna di viaggio che come me e' stata presa per questo Leonardo e di cui vi parlero' ampiamente) partiremo questa sera con un treno notturno di 14 ore e ci fermeremo domani a Konia, famosa per essere la citta' piu' conservatrice della Turchıa! Dopodiche un bus e saremo finalmente a Gaziantep dove mi fermero' per un po' e iniziero' a lavorare...



Cmq vi comunico che io e Alessia ci siamo sposati! E' stato un matrimonio di interesse, l'interesse ad avere un viaggio tranquillo qui in Turchia dove molti, sopratutto fuori da Istanbul, fanno fatica ad accettare una coppia non sposata in viaggio. E sopratutto cosi' i ragazzi non ci provano con Alessia, dato che abbiam constatato che i Turchi sono abbastanza marpioni...

E cosi ci compreremo due anelli e per la prima volta nella mia vita' saro' sposato!! Evviva!! Auguri e... figli intelligenti!!



PS. Dato che ancora non ho il mio computer e qui in Turchia la tastiera e' un po' diversa, mi viene lento scrivere. Quindi aspettate qualche giorno per sapere dei miei giorni qui a Istanbul!! (sempre se questo blog se lo caga qualcuno....)

mercoledì 27 maggio 2009

UNA GIORANTA PARTICOLARE. I CONTRABBANDIERI DI SIGARETTE

Il treno per Sofia e´ ıl piu' scalcinato di tutti quelli presi finora, diciamo che e' proprio come un notturno per Napoli. Mi siedo in uno scompartimento assieme a due francesi di poche parole che stanno andando con quello stesso streno ad Istanbul. un viaggio di piu` dı 24 ore... pazzi! perche` non fare una sosta a Sofia??



Comunque fino al confine tra Serbia e Bulgaria tutto e` tranquillo, fumo leggo e dormo un po`. Ma alla stazione di confine ecco che il treno viene invaso di persone, donne di ogni eta` e qualche uomo. Alcuni sono Rom, altri semplicemnte bulgari. Hanno tutti delle buste di ogni tipo, ma mancora non mi immagino che siano contrabbandieri, sopratutto perche` non si fanno molti problemi per cercare di non dare nell'occhio.

Il clima e` comunque festoso, iniziano subito a smontare tutti i pannelli possibili immaginabile e nasconderci dentro le buste che ora mi e` chiaro contenre stecche di sigarette. Ma non lo fanno tutti, alcuni se le tengono tranquillamente vicino a loro. C'e` un cacciavite che passa di mano in mano, tutti si scambiano occhiate, sorrisi, parole che putroppo non posso capire.

Le donne del mio scompartimento. Le buste sono sotto le loro gambe, se ne intravede una a quadretti sotto il finestrino.



Arrivano i controlli, ma sul treno c'e` il delirio, capisco subito che i finanzieri sono largamente tolleranti, si capisce che esistono come delle regole tacite che purtroppo non riesco a capire. Provo a scattare qualche foto ma mi dicono di mettere via la macchina fotografica. Allora le guardie arrivano al mio scopmartimento. Poco prima avevo notato che due delle quattro donne sedute difianco a noi aevano infilato una banconota dentro al passaporto. Ancora non potevo sbilanciarmi nel pensare quello che tutti vopi starete pensando, da una parte pensavo che semplicemnte era un posto come altri per tenere i soldi. Ma quando arrivano a controllare i passaporti, il mio e quello dei francesi ci vengono subito ridati mentre quelli delle due donne se li portano dietro in fondo al vagone e ritornano subito dopo. Tra le donne e i finanzieri c'e` uno scambio di sorrisi e battutine, i pacchi sono la per terra e i finanziere fa finta di guardare fietro una giacca e altri posdti assurdi... chissa` perche`, cerca dell'altro o forse esegue siolamente la procedura anche se nella piu' completa complicita' con le donne? Questo non lo sapro` mai, quello che intuisco e che ogni contrabbandiere sa dove puo` spingersi, forse non sono tutti uguali fra loro, c'e` chi puo` permettersi piu` disinvoltura e chi rimane piu` nascosto. Passano altri due controllori e le altre due donne infilano la mazzetta nel passaporto. E via! Sono quasi tentato dal chiedere a una di loro una sigasretta... ma infondo ho le mie e non oso.

Ripartiti dalla frontiera, sul treno rimangono alcuni addetti alla sorveglianza, nonostante cio` i contrabbandieri continuano a smontare e rimontare pannelli, sempre con quel solito cacciavite, il tutto sotto gli occhi di questi addetti che sembrano per nulla interessati.



Passato il confine alcune persone lanciano pacchi dal finestrino (allucinante!!), lungo i binari c'e` gente che aspetta. Arriviamo in questo clima fino alla stazione di sofia, li scendono tutti ma alcuni senza pacchi, forse li hanno nascosti perche` qualcun'altro li verra` a prendere in qualche stazione successiva o forse in Turchia.. chi puo` saperlo?



In conclusione, non so in che maniera vi sia passata questa mia esperienza, ma cio` su cui voglio soffermarmi e` il clima festoso e di generale entusiasmo che si respirava in quel momento. I contrabbandieri sembravano nascondere le stecche piu` per un divertimento personale che altro, dato che chiunque avrebbe potuto aprire il primo pannello e trovarci dentro la merce. Inoltre il fatto che mancassero molte viti e bulloni lasciava intendere che la pratica era molto consueta. Ma ovviamente io non posso sapere e le mie non sono che considerazioni superficiali. Di certo so che quelle persone non sembravano per nulla pericolose. E se son costrette a fare una cosa del genere ci sara` pure un motivo, dato che molte erano signore di mezz'eta`.

Mi e` rimasto impresso un ragazzo di credo 18 anni che viaggiava insieme ad un uomo sui 50, si capiva che doveva essere una delle prime esperienze, ma si comportava bene e il vecchio gli dava piu` volte pacche sulla spalla. Una sorta di passaggio di tesimone? sicuramente un esperienza sociologicamente interessante. Ovviamente non scendo in giudizi moralisti dato che proprio non sono il tipo.

Mi sento solo di poter dire questa massima: "La realta` e` frutto della necessita`".

UNA GIORNATA PARTICOLARE. L'IMPREVISTO

Per quanto si possa pianificare un viaggio nei minimi dettagli, e io sembrera` strano ma l'ho fatto, informandomi sugli orari dei treni e prenotando tutti gli ostelli, l'imprevisto e` sempre in agguato e arriva sempre. Per questo non sono daccordo con chi pensa che un'accurata progettazione di un viaggio abbassi la componente di avventura. E` anzi molto piu` eccitante quando l'imprevisto colpisce nel mezzo di un programma di di viaggio. Bisogna essere veloci e decisi nel trovare la soluzione per rimettersi subito sulla carreggiata. Certo i soldi aiutano non poco in questo... ma ora vi racconto.

La mattina della mia partenza da Belgrado per Sofia ho il treno alle 7.50. Come al solito mi alzo al limite del tempismo, saluto chi c'e` e arrivo in 20 minuti alla stazione, fermandomi lungo il percorso a comprare un panino per il viaggio. Al mio arrivo non trovo il treno, e` partito da nemmeno due minuti. E chi se lo aspettava che qui a Belgrado fossero cosi` puntuali! Dannazione, proprio non mi va di passare un altro giorno a Belgrado, dover cambiare di nuovo i soldi e ritardare la mia tabella di marcia. Ma ecco che arriva un signore che si interessa al mio problema. Mi porta al tabellone degli orari e mi fa notare che il treno e` partito da pochissimo, ma c'e` una possibilita di riuscire a prenderlo. Casualmente lui e` un tassista e dice che potremmo metterci ad inseguire il treno per andare a prenderlo alla stazione successiva. Avrei speso sui 4000 dinari, circa 40 euro. Ci penso su qualche secondo, infondo fin ora ho spesso proprio poco. Il treno Budapest - Belgrado mi era costato 15 euro. Quello per Sofia 16 euro. In Italia avrei speso molto di piu` e inoltre rimanere a Belgrado vuol dire spendere altri 13 euro per l'ostello piu almeno altri 7 euro per pranzo e cena, invece a sofia sono ospite da Francesco dell' AiBi e non pago nulla! cosi faccio una sottrazione. Mi ricordo di qualche nozione di economia per la quale il prezzo non sempre e` uguale al costo economico. Quindi per 20 euro si puo` fare!! Saltiamo sulla macchina e ci mettiamo in viaggio.



Il tassista e` molto simpatico, parla inglese e anche qualche parola d'italiano dato che 30 anni fa aveva avuto una ragazza di Firenze. Ci fermiamo pure a fare benzina, tanto il treno e` molto piu` lento e arriviamo in con 10 minuti d'anticipo alla stazione. Il prezzo alla fine e` di 5000 dinari, dovevo immaginarmelo, ma con la sottrazione di cui sopra il costo arriva a 30 euro e tutto cio` mi permette di vedere una realta` diversa. La stazione infatti si trova in un piccolo paesino. E` piena di gente anziana e qualche giovane ragazza che aspettano il treno. Il mio tassista si assicura che il treno ancora non sia arrivato e parla con la capo stazione dicendole di avvertirmi quando sarebbe arrivato il treno per Sofia. Ovviamente il treno arriva con 20 minuti di ritardo, la cosa mi fa leggermente incazzare perche` alla partenza era stato anche fin troppo puntuale... vabe` nell'attesa scatto qualche foto.



BELGRADO. CONFRONTO COI BALCANI

Apro il cancello dell'ostello. E` sera tardi perche` il treno ha fatto almeno 40 minuti di ritardo. Vedo un guppetto di persone sedute sugli scalini dell'ingresso che bevono e parlano. Appena mi avvicino a portata d'occhio sento chiamare: "Andrea!!" "E chi cazz' e` questo?" penso io, sopratutto perche` la pronuncia e` perfettamente italiana. Insomma, scopro che l'ospitalero e` un marchigiano di nome Daniele, conosce il mio nome perche` l'ha letto sulla prenotazione ed ero l'ultima persona a dover arrivare per oggi. Incontrare un Italiano, a meno che tu non sia in Spagna, fa sempre piacere. Infatti scatta subito un senso di fratellanza nazionale.

Daniele insieme alle altre due ragazze del Manga Hostel


Belgrado mi piace da subito, possiede un aria molto ortodossa. Quasi tutto e` scritto in cirillico, anche i nomi delle vie, cosi` che la mia mappa mi risulta quasi inutile...
Questa citta` e` piena di belle ragazze, sopratutto la sera che vanno tranquillamente in giro da sole. Tuttavia, rispetto a Budapest, i giovani sono molto piu` tamarri. Infatti ha da offrire solo discoteche su zattere galleggianti nel fiume, i mei compagni di ostello ci vanno mentre io preferisco starmene tranquillo e farmi una passeggiata.

Mi metto a mangiare in un baracchino aperto tutta notte. Prendo due Burek (una sorta di involtino fatto di pasta sfoglia ripieno di carne o patate) e una tazzad di yogurt. Prezzo... 1 euro!! Quasi mi viene da da pagare di piu`, come cacchjio e` possibile che costi cosi` poco? Perche` i prezzi sono cosi` diversi da paese a paese? Il cibo non e` forse fatto con la stesa roba, l'impegno e la fatica con cui si lavora non e` forse la stessa? e allora perche` qui vale tutto molto meno che in Italia. Potrete spiegarmela quanto volete, ma io la legge della domanda e offerta non la capiro` mai...


A Belgrado passo due notti e socializzo con i miei compagni d'ostello. Era dai tempi di Dublino che non mi trovamo in questo luogo speciale. La vita degli ostelli e` un'isola internazionale fatta di persone di tutto il mondo che si incontrano e si scambiano informazioni. Quante cose impari solo ascoltando. Tutti sembrano essere degli ambasciatori del proprio paese e la diversita` e` la base su cui si fonda l'uguaglianza. Scoprendo che tutti quanti possiedono una propria cultura, una vita diversa e allo stesso tempo uguale in un altro paese lontano dal nostro, ti fa capire che nessuna cultura e` superiore ad un`altra. Per esempio io ero un po` prevenuto nei confronti dell'est Europa, dopotutto non c'ero mai stato e bisogna ammettere che in Italia non abbiamno una grande reputazione di paesi come Bulgaria, Serbia e sopratutto Romania. Invece proprio in questo viaggio scopro di come l'Italia sia un paese molto piu` pericoloso e maleducato che qui nei balcani. I treni erano tutti piu` tranquilli e sicuri di un espresso notte per Napoli, le ragazze, come vi ho gia` detto, se ne vanno tranquillamente in giro da sole la notte e nessuno mi ha mai guardato in cagnesco solo per esere straniero (a parte i finanzieri, ma quelli sono proprio degli stronzi...). Con questo non pretendo di aver conosciuto appieno la cultura e le usanze di questi posti. Si tratta solo della mia prima impressione, che vorra' pur dir qualcosa...

Ecco alcune foto di Belgrado:

Baretto tradizionale. Mi son fermato a mangiare un gulash eccezionale!

Mercato di Belgrado.



Queste invece sono due foto di un palazzo bombardato, rimasto ancora cosi` dal 1999. E` la prima volta che mi confronto con un segno cosi` fresco di una guerra. Penso a cosa debba trasmettere agli abitanti di questa citta` vedere una cosa del genere. Sicuramente non ci faranno piu` caso, ma di certo 10 anni sono ancora pochi per dimenticare una guerra arrivata cosi` vicino alle proprie case.







BUDAPEST. UN GIORNO SENZA FIORINI

Il viaggio e` stato tranquillo e comodo. Inizialmente ero seduto su un sedile nel vagone senza scompartimenti, stile intercity moderno avete presente? Insieme a me c'erano sopratutto ragazzi e belle ragazze. Mi ha subito colpito vedere i visi di loro. Ho capito subito che questo treno non era il solito espresso notturno che sono solito prendere per andare a Roma. Bensi` sarei arrivato in Ungheria e le persone presenti ne erano una valida prova.


Paesaggio ungherese, dal finestrino del treno



Ma ci pensate? Un treno che da Venezia porta a Budapest. E che siamo, negli anni 70?
Sono subito andato a vedere gli altri vagoni e ho trovato il vagone con gli scopartimenti da sei sedili. La maggior parte di essi erano completamente vuoti. Cosi` mi sono subito spostato e ho disteso il mio sacco letto per poter dormire comodamente come su un letto. A questo punto mi viene da pensare perche` tutti non facciano come me, perche` gli altri rimangono tutti ammassati a passarsi 13 ore di viaggio scomodamente seduti su un sedile? Non mi diranno che il motivo e` che la prenotazione del loro biglietto corrisponde a quel posto non agli scompartimenti... bha! Mi sento molto italiano, infondo il controllore non mi dice nulla e non vedo perche` dovrebbe farlo.

Mi sveglio la mattina avvolto da un paessagi pianeggiante che quasi mi ricorda i campi a sud di Milano. Sono intontito e da un momento all'altro mi aspetto di vedere l'AiBi in lontanaza. E si, e proprio tutta pianura e campi, non molto diversa dalla pianura padana. Ci rimango un po' male. Arrivo finalmente a Budapest che sono le 11.00. Ancora non ho realizzato di essere partito per un viaggio di 4 mesi e che nei prossimi giorni attraversero` ben 4 nazioni fino ad arrivare a Gaziantep ai confini con la Siria. Mi dirigo allegramente verso l'ostello.

Ponte sul danubio. Cielo spettacolare



A Budapest rimarro` solo una notte. Per questo decido di non cambiare nemmeno i soldi. Mi pago una cena ad un ristorante graco con la poste pay (8 e.) e la sera scrocco una birra da un compagno di ostello, faccio altrettanto per le sigarette dato che mi ero dimenticato di comprare un pacco di tabacco nuovo prima di partire. Forse sono rimasto troppo poco tempo a Budapest per riuscire ad apprezzarla a fondo. di certo mi ha colpito la vita dei giovani, tutti molto alternativi e alcune zone hanno un fascino parecchio underground. Bellissimo e imponente il monumento in alto alla citadella, per il resto grandi ponti e belle regazze.

Ma il ricordo piu` grande sara` sicuramente l'ostello dove ho alloggiato. Una sorta di bed and breakfast, ovviamente senza breakfast. Solo 14 letti e un propietario fantastico. Oltre a me c'era solamente un altro ragazzo americano molto simpatico ma un po' troppo vagabondo e una signora anziana inglese di piu` di 65 anni che ho visto tornare brilla alle 2 di notte dopo essere stata tutta la sera in un pub!! Comunque la mattina mi sono svegliato e il proprietario non c'era, allora ho chiesto al ragazzo americano come potevo fare per pagare. Lui mi ha risposto che solitamente la gente lasciava i soldi sul tavolo e tanti saluti. Vi rendete conto??????? e come si fa a non pagare una persona del genere cha applica un regime di fiducia anziche` di controllo. Questa si che e` una grande lezione di convivenza civile!!

Ovviamente me ne sono andato senza pagare...

... no scherzo! Ho pagato il giusto, in euro, andando a cambiare 20 euro in 4 pezzi da 5 in un change. Cosa alquanto insolita dato che uno di solito ci va per cambiare i soldi con un'altra valuta, ma io dovevo lasciare all'ostello solo 10 euro mica potevo lasciarne di piu`! eccovi alcune foto di Budapest!

parco frequentato da giovani. Molto underground, stile parco vetra a Milano...



giovani punk, se cosi` ancora si puo dire, sempre nello stesso parco


Io davanti all'imponente monumento della cittadella.



Mercato nel quartiere popolare



Ah! tralatro, mentre giravo per le strade di questa citta` sono stato filmato da una ragazza che faceva interviste per l'universita`. Dato che avevo dietro la chitarra mi ha chiesto se potevo suonare una conzone e l'ho fatto... mi dovrebbe mandare il link del video su you tube. spero di riceverlo presto cosi` da farvelo vedere!! ehehe

VILLA OPICINA. LA PORTA DELL`EST

Villa Opicina e` l`ultima stazione prima della frontiera tra Italia e Slovenia


Partenza ore 21.20 da Venezia S. Lucia. Mi accompagna Daniele, il mio amico ritrovato che studia urbanistica a Venezia. Con lui ho passato l'intero pomeriggio prima di salir sul treno. Erano almeno sei mesi che non ci vedavamo eppure siam stati grandi amici in passato. Gli ho fatto una sorpresa che di certo non si aspettava arrivando direttamente alla biblioteca dell'universita` nascosta tra le calli veneziane.



E` stato un momento emozionante, ritrovarlo e riscoprire che quel antico legame che ancora permane fra noi. Ho capito quanto son stato stupido a voler tagliare i ponti in quei mesi (e sara` stato un caso ritrovarci a Venezia, citta` dove i ponti abbondano?) , ma proprio non potevo far altro...

Allora abbiamo bevuto ombre e spirz in giro per Venezia, ci siam raccontati e, come gia` detto, ritrovati. Ora non importa se me ne andro` in Turchia per quattro mesi, di certo e` bastato un pomeriggio per risolvere questo mio grande scheletro nell`armadio che mi portavo dietro da ormai troppo tempo. Ora me ne manca solo uno...

Non sto a raccontarvi altro di lui. Per prima cosa non vedo perche` dovrebbe interessarsi, secondo saranno pure fatti suoi e nostri. Comunque e` lui l'ultima persona cara che ho salutato prima di salire sul treno per Budapest e quasi sarei rimasto una notte in piu`.

Ma eccovi una sua foto dall'alto del terrazzo della biblioteca mentre fa il gesto ai soliti ricconi che si godono Venezia sui taxi. Ne e` veramente esausto!

giovedì 21 maggio 2009

da una casa occupata a venezia

ho passato la notte a padova, l'ho girata in bicicletta con Chiara. Poi la sera siam stati a prato della valle a festeggiare una sua conquilina. Casa di Chiara è meravigliosa, tra di loro si son proprio trovati. Fanno il pane in casa e per il copleanno della amica le han regalato delle piante aromatiche in vaso. Son proprio stato bene anche se per poche ore. Ecco dunque il primo spunto di riflessione. Questa mattina son partito e arrivato a Venezia. Tra poco avrò il treno per Budapest.

mercoledì 20 maggio 2009

PARTENZA DI QUESTO VIAGGIO

Ho deciso di aprire un blog e forse dovrei dire due parole a riguardo, dato il mio risaputo rifiuto per ogni social network e robe simili. Il fatto è che vado lontano per molto tempo ma allo stesso tempo vorrei continuare a stare vicino a tutti quanti. Non vorrà essere uno sfoggio dei miei viaggi, anche perchè so che potrebbe infastidire chi purtroppo e costretto malvolentieri in qualche noioso luogo, piuttosto mi piacerebbe dare, di tanto in tanto, degli spunti su cui pensare. Allora si che un blog diventa uno strumento utile! Marshall McLuahn diceva che il medium è il messaggio... potrà anche essere vero, ma di sicuro il contenuto influisce di molto sull'utilizzo di un mezzo. Se son stronzate rimarranno stronzate, ma se son fiori fioriranno.. ancha dalla merda.... vabè, ma che sto dicendo??? non voglio già spaventarvi, altrimenti non ci venite più a vedere le mie avventure. Quindi dicevo, vorrei dare spunti di riflessione, ma senza esagerare, e magari piccole distrazioni e senso di evasione. O forse semplicemente vorrei spingere tutti quanti a viaggiare. Immaginate un mondo di eterni nomadi che si scambiano convivialmente ospitalità. Viaggiare è impotante, anche se tante volte, ti chiedi a cosa sia servito tutto questa smania di andare a vedere cose nuove. Io credo sia l'unico modo per raggiungere una comprensione globale. Imparando che una cosa è rossa in un posto e blu in un altro, impari che bisogna lavorare proprio perchè questi due colori possano incontarsi, vivere e convivere nel rispetto delle altrui culture. E come si fa, direte voi, quando proprio non si riesce a venire a capo di una disputa in cui gli interessi sembrano essere irrimediabilmente opposti?? si vede che non si ha viaggiato ancora abbastanza... ...e questi sono solo gli aspetti più "sociologici" di un viaggio, quelli che servono a tutti nella speranza di un mondo migiore. Ma viaggiare lo si fa anche per se stessi e basta: le emozioni, i momenti personali, i profumi, le donne, gli incontri, i paesaggi, le nottate scomode passate in stazione, i momenti di panico e quelli di euforia, le piccole truffe che fanno bene alla creatività, le cernite di bar e sipermercati per trovare quello meno caro, le storie vissute, quelle raccontate e quelle inventate, e poi le schitarrate, i balli, le danze, ma anche i momenti seri in cui si deve lavorare. Tutto questo non si riuscirà mai a trasmettere in maniera completa. A volte è difficile ricordarselo da se... Ora parto. Ore: 14.25 treno per Padova (con scalo a Verona) domani ore 21 e qualcosa: treno per Budapest! ah, ancora non so se si possono mettere canzoni su sto blog, la mia canzone di questo viaggio sarà La collina dei ciliegi di Battisti. trovatela da qualche parte e ascoltatevela! (ma anche no, mica dovete fare tutto quello che vi dico!)