sabato 6 giugno 2009

L'OSPITALITA' DEI TURCHI

I turchi sono persone speciali. Mai mi capitò di trovare un'ospitalità tanto sincera e profonda. Ciò che mi colpisce è la vicinanza che c'è tra le persone. Istanbul è una metropoli di oltre 20 milioni di abitanti eppure l'aria che si respira è quella di paese. E' intasata dal traffico, i traghetti vanno e vengono, i dolmus corrono per le strade sfiorando persone e alte velocità.Tutto ciò però immerso in una città ed una cultura umana. La gente si guarda negli occhi mentre cammina, ti attacca bottone alla fermata del tram e nessuno si spintona per salire sul traghetto.



Istanbul è una città positiva, che di fronte ai problemi non cerca soluzioni disumanizzanti (come avviene in occidente) così che può rimanere una polis ricca di identità, sentimenti, odori e persone con voglia di vivere.



Quante volte, camminando per strada, mi son sentito avvicinare da qualcuno. In questi casi scattava in me un allarme di difesa, che mi metteva sull'allerta sulle possibili cattive intenzioni dell'uomo, per poi invece scoprire che tale persona aveva semplicemente voglia di parlare e conscerti.

Qui in Turchia ho potuto apprezzare il sincero interesse che hanno nei confronti degli stranieri. Vogliono conoscere e sapere delle nostre abitudini, ma soprattutto vogliono contribuire nel dare una buona impressione del loro paese, attraverso l'ospitalità.



Per esempio sentite cosa ci è successo a Konia.

Io e Alessia siamo arrivati in questa città dopo un viaggio di 14 ore di treno nel cui avevamo preso una cuccetta. Treno molto comodo e pulito. Ad Istanbul ci avevano avvertito che Konia è famosa per essere molto conservatrice, pure sulla nostra Guida è scritto così, quindi eravamo preparati al peggio e andare in giro come una coppia appena sposata in viaggio di nozze. Ma ci rendiamo conto che non è affatto così! Le ragazze vanno in giro senza velo e non si sente nessuna atmosfera bigotta.

Comunque appena scesi dal treno si avvicina un uomo sulla sessantina. Io penso subito che sia un tassista e mi approccio in maniera prevenuta, invece scopriamo subito che è un semplice pensionato che vuole tenere in allenamento il suo inglese e a cui piace incontrare gente di altri paesi! Così ci fa da cicerone per tutta la giornata!

Sabri per prima cosa ci porta nel negozio di tappeti di alcuni amici dove possiamo lasciare tutti i nostri bagagli. Ci offre del te e ci racconta un po' di lui ma soprattutto vuole conoscere molto di noi. Poi usciamo e andiamo a vedere il museo di Mevlana (il fontatore dell'ordine dei Sufi, una corrente dell'islam molto mistica basata sulla danza) e alcune moschee. A pranzo ci insegna a giocare a Backgamon. Infine ci porta a trovare dei suoi amici, come se volesse darci uno scorcio della sua vita quotidiana. La prima tappa è la redazione di un nuovo giornale il "Konia Times", conosciamo chi ci lavora e auguriamo buona fortuna per la prima uscita nelle edicole prevista in pochi giorni. La seconda tappa è invece un agenzia immobiliare.

Nel pomeriggio, salutato Sabri, ci stendiamo nel parco e subito arrivano dei ragazzini ad invitarci a giocare a pallone. Tutti quanti sorridenti e incuriositi da noi.



Come dire... una cosa del genere non succederebbe mai in Italia. Avete mai visto un pensionato che si mette a fare gratutitamente da cicerone nella sua città?? Nel nostro paese sembra che non si faccia mai nulla per nulla, e soprattutto, abbiamo paura l'uni degli altri. Paura che ci possano derubare, paura che qualcuno ci ammazzi, paura di dovere dare soldi a chi ci fa un favore.. insomma, una vita tremendamente squallida direi.. e tutto questo da cosa deriva? ma.. ce ne sarebbe da discutere! a Voi le riflessioni e qualche foto di Konia:



Il museo di Mevlana




Io e Alessia nella sede del Konia Times. Sulla destra Sabri!



Alessia e un ragazzo di Konia



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